Il 9 aprile l’Eurogruppo ha approvato il SURE (lanciato dalla Commissione il 2 aprile) che fornirà prestiti fino a 100 miliardi di euro a condizioni agevolate agli stati membri che approvino misure a sostegno dell’occupazione, quali il potenziamento di programmi di integrazione salariale in caso di riduzione degli orari di lavoro, come la CIG in Italia.
Il 27 marzo gli Stati Uniti hanno approvato il CARES Act, un pacchetto di 2,3 trilioni di dollari (l’11% del PIL), il più ampio della storia americana, di cui oltre 250 miliardi volti a estendere durata, generosità e platea del sistema di Unemployment Insurance (UI).
La risposta USA pare fondarsi sul presupposto che la disoccupazione ineluttabilmente aumenterà. Al contrario, gli sforzi della UE si concentrano sull’obiettivo di scongiurare aumenti eccessivi della disoccupazione.
Lo sforzo europeo, rivolto a preservare posti di lavoro, è una strategia efficiente in questa fase transitoria di sospensione forzata delle attività lavorative.
In uscita da questa crisi economica, vi saranno inevitabilmente ristrutturazioni che coinvolgeranno aziende e interi settori. In vista di questa seconda fase, serve fin da ora un ripensamento più ampio del sistema di welfare europeo, volto a rafforzare le competenze dei lavoratori e a favorirne la mobilità.