Mozione sul cashback al Senato
Oggi è stata discussa in Senato la mozione parlamentare n. 317 sul cashback presentata da esponenti della Lega Nord, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
La mozione, intesa ad impegnare il governo a sospendere il piano di cashback e a destinare le somme stanziate a tal fine per sostenere la ripresa delle categorie commerciali più colpite dalle misure anti COVID ha ripercorso le stesse linee argomentative più volte sostenute da ASSIV, ovvero di come non sia mai stato dimostrato che la limitazione all’uso del contante generi un risultato significativo nella lotta all’evasione fiscale, obiettivo primario perseguito dal precedente Governo, per il quale sono stati stanziati diversi miliardi di euro che oggi potrebbero essere saggiamente destinati a misure di sostegno alle imprese italiane.
E come, al contrario, queste misure restrittive provocano disorientamento in ampie fasce della popolazione, spesso le più fragili, per le quali la cashless society è solo l’ennesimo incomprensibile anglicismo. Inoltre tutte le misure a favore dei pagamenti elettronici contribuiscono a determinare la crisi del settore del trasporto valori, che oggi impiega migliaia di persone, è parte integrante del più ampio comparto della sicurezza privata, e ha richiesto ingenti investimenti per garantire altissimi standard qualitativi e di sicurezza per un servizio che resta centrale per la nostra economia. Basti pensare che dallo scorso anno il fatturato di questi servizi ha visto un decremento stimabile nel 40%.
ASSIV ha inviato una breve nota di ringraziamento a tutti i parlamentari sottoscrittori di questo atto di sindacato ispettivo per aver dato voce alle nostre perplessità sulla politica del cashback, richiedendo anche la loro disponibilità ad un incontro per illustrare le criticità che affliggono il nostro comparto e sulle relative possibili soluzioni, nonché sulle tante opportunità di crescita che il settore potrebbe cogliere, se debitamente sostenuto, anche in ragione della profonda trasformazione qualitativa che ha interessato gli Istituti di vigilanza nel nuovo contesto normativo, caratterizzatosi per i significativi investimenti in tecnologia e gli elevati livelli di professionalità conseguiti dal personale della sicurezza privata.