L’evoluzione del settore “Servizi ausiliari alla Sicurezza”: intervista alla Presidente Assiv, dott.ssa Maria Cristina Urbano

Le recenti vicende giudiziarie, che hanno coinvolto alcune delle principali aziende del comparto, hanno posto l’attenzione sul settore dei servizi ausiliari alla sicurezza. I servizi resi da personale non armato, esclusi quindi dall’obbligo di una preventiva autorizzazione prefettizia, sono finiti sotto osservazione in quanto ritenuti oggetto di prestazioni non adeguatamente remunerate rispetto ai diritti costituzionali dei lavoratori. Abbiamo intervistato la dott.ssa Maria Cristina Urbano, Presidente dell’Associazione Italiana di Vigilanza e Servizi Fiduciari (ASSIV).

D: Presidente Urbano, come ha reagito il comparto e qual è il punto di vista di ASSIV?
R: Le iniziative giudiziarie della procura di Milano hanno creato un profondo vulnus nel settore: alcune delle più importanti aziende del comparto hanno sottoscritto accordi che prevedono cospicui aumenti salariali per garantire ai lavoratori retribuzioni adeguate a una vita dignitosa. Tutto questo è avvenuto subito dopo il rinnovo del CCNL di categoria, che ha avuto una vicenda lunga e travagliata, e che avrebbe portato un sensibile aumento dei salari, che però non avrebbe raggiunto un livello considerato “sufficiente” per quanto riguarda i servizi di sicurezza disarmati.
Questa complessa vicenda, inserita a pieno titolo nel più vasto dibattito politico sul “salario minimo”, ha portato ad una disomogeneità fra trattamenti salariali dei lavoratori, e conseguentemente fra costi di produzione. Da qui la necessità di riaprire un negoziato fra parti sociali, per riallineare tutti i livelli salariali e di conseguenza tutto il mercato di riferimento.
ASSIV ritiene che ciò sia stato assolutamente necessario, anche se gli esiti hanno portato, per una questione di equilibrio retributivo fra le due figure professionali inserite nel contratto ad un innalzamento dei salari anche per le GPG (Guardie particolari giurate).


D: Alla luce anche della nuova contrattazione, le imprese sono indirizzate verso un sostanziale adeguamento delle retribuzioni; il conseguente aumento dei prezzi di vendita dei servizi, come pensa sarà recepito dai committenti?
R: Dovremo lavorare sulla committenza per far accettare il nuovo livello dei costi. È necessario peraltro quanto prima il decreto ministeriale delle tabelle dei costi del lavoro aggiornati, affinché le stazioni appaltanti possano bandire gare corrette. Come ASSIV continueremo quindi nel grande lavoro di monitoraggio delle gare difformi e dell’applicazione di meccanismi di dumping.
La nostra idea, per il buon andamento di questo percorso che rischia di essere pieno di insidie, è coinvolgere le forze sindacali per il sostegno del settore e di conseguenza dei livelli occupazionali, che potrebbero essere messi in pericolo da una contrazione della domanda dei servizi di sicurezza.

L’importanza delle norme UNI
D: Le norme UNI 11925 e UNI 11926 rispettivamente per gli operatori ed i servizi ausiliari alla sicurezza, pubblicate in un momento storico in cui questi servizi sono stati posti sotto il riflettore e le relative certificazioni, come pensa possano contribuire a qualificare il settore stesso?
R: Le norme citate sono state pensate ed elaborate per qualificare un settore, quello dei servizi ausiliari alla sicurezza, che non aveva norme tecniche di riferimento, né per i profili professionali, né per il processo di erogazione dei servizi. Fissando le norme di standardizzazione, sia per le competenze degli operatori che per le caratteristiche minime dei servizi, il mercato potrà orientarsi su di una offerta qualificata, e di valore.

Fonte: ICMQ