L’economia delle regioni italiane – Dinamiche recenti e aspetti strutturali. Novembre 2022
Gli shock che hanno colpito l’economia italiana a partire dall’avvio della crisi da Covid-19 hanno avuto effetti simili fra macroaree. Nel 2021 il prodotto ha recuperato buona parte dell’eccezionale contrazione osservata nell’anno precedente, beneficiando del miglioramento del quadro sanitario e dell’allentamento delle restrizioni in seguito ai progressi nelle campagne vaccinali; la ripresa è stata leggermente più marcata al Centro Nord. Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia l’attività ha continuato a crescere anche nella prima metà del 2022 in tutte le aree del Paese. I dati più recenti evidenziano diffusi segnali di rallentamento. L’inflazione è fortemente salita, con una perdita di potere d’acquisto più marcata nel Nord Est e nel Mezzogiorno. Le imprese si attendono un indebolimento delle vendite nei prossimi sei mesi. I maggiori costi di produzione dovuti ai rincari energetici si riflettono nei prezzi di vendita. Le aspettative delle famiglie su redditi e consumi a dodici mesi si sono ovunque deteriorate. Le posizioni di lavoro dipendente hanno frenato nei mesi estivi, soprattutto nel Sud e nelle Isole. È ancora cresciuta la sottoscrizione di mutui abitativi da parte delle famiglie, soprattutto al Nord; è aumentato il ricorso al credito al consumo. I finanziamenti alle imprese hanno accelerato nel Centro Nord. I criteri applicati dalle banche ai prestiti alle aziende hanno iniziato a essere improntati a una maggiore prudenza. L’incidenza dei crediti deteriorati rimane ovunque su livelli contenuti. I conti delle Amministrazioni locali sono migliorati, gli investimenti pubblici sono saliti.
Fonte: Banca d’Italia