Indagine Centro Studi Confindustria sulla produzione industriale
CON LE RIAPERTURE DI MAGGIO LA PRODUZIONE INDUSTRIALE RECUPERA MA RESTA LONTANA DAI LIVELLI DI UN ANNO FA
Nei due mesi di rilevazione lโattivitร registra un recupero dai minimi toccati in aprile, seppure rispetto a un anno fa la diminuzione risulti ancora particolarmente profonda. Nel secondo trimestre si accentua la caduta dellโattivitร (-21,6% dopo -8,4% nel primo). La domanda resta debole, in particolare quella estera, sulla quale continua a pesare la diversa tempistica nella diffusione del virus nel resto del mondo (in questa fase risultano piรน penalizzate le esportazioni italiane in USA e Sud America).
Come sta andando la produzione industriale in Italia
ll CSC rileva una diminuzione della produzione industriale del 18,9% in giugno sullo stesso mese dellโanno precedente e del 29,1% in maggio sui dodici mesi. In termini congiunturali, ovvero rispetto al mese precedente,ย si รจ avuto un rimbalzo del 3,9% in giugno, dopo +32,1% rilevato in maggio. Gli ordini in volume sono diminuiti del 34,6% annuo in giugno (+6,3% sul mese precedente) e del 48,5% in maggio (+13,7% su aprile).
Dopo la riapertura delle attivitร industriali e dei servizi a partire da maggio, lโaumento della domanda –ย benchรฉย ancora modesto – ha attivato un recupero dellโofferta che nei due mesi della rilevazione รจ stato significativo in termini percentuali. I livelli, invece, restano notevolmente depressi e lontani da quelli pre-Covid (-21,4% lโindice di produzione rispetto a gennaio). Nel secondo trimestre lโattivitร nellโindustria รจ stimata diminuire del 21,6%, in netto peggioramento rispetto allโandamento registrato nel primo (-8,4% sul quarto 2019). I dati dellโIndagine Rapida hanno evidenziato una significativa differenza della performance per tipologia di impresa: quelle con unโelevata propensione allโexport (quota di fatturato esportato maggiore del 60%) hanno evidenziato un recupero piรน lento rispetto a quelle piรน orientate sul mercato interno. Tale tendenza รจ spiegataย dalla diversa tempistica nella diffusione del virus nel resto del mondo; a causa di ciรฒ la domanda di prodotti italiani si รจ interrotta o si รจ notevolmente ridimensionata nei partner commerciali che stanno attraversando la fase acuta della pandemia (in particolare USA e Sud America). Per quanto riguarda la domanda interna, il recupero dovuto alla riapertura delle attivitร รจ soffocato da unโestrema incertezza sui tempi di uscita dalla crisi sanitaria in Italia. I dati recenti sono positivi, nonostante i timori legati alle riaperture; tuttavia, lโesplosione di alcuni focolai in diverse regioni e nuove misure restrittive nei Paesi che erano giร stati duramente colpiti dal virus, accrescono la paura di un possibile peggioramento della crisi sanitaria dopo lโestate. Questo accentua negli operatori economici (famiglie e imprese) un atteggiamento prudenziale nella gestione dei bilanci, giร evidente sin dal primo trimestre, che continua a frenare consumi e investimenti. A gonfiare il risparmio precauzionale delle famiglie si aggiungono anche le preoccupazioni sulle prospettive del mercato del lavoro, in forte peggioramento negli ultimi mesi. Questa tendenza รจ confermata dai recenti dati ISTAT sullโandamento del tasso di risparmio delle famiglie, nel primo trimestre aumentato di quasi 5 punti, avendo raggiunto il 12,5% del reddito disponibile. Il tasso di investimento delle imprese – misurato dalla quota di investimenti fissi sul valore aggiunto –ย รจ sceso al 20,9% (da 21,3% nel quarto trimestre 2019). I recenti dati sullโandamento della fiducia, seppure in graduale miglioramento, evidenziano un generale pessimismo (specie tra le imprese dei servizi), nonostante i numerosi provvedimenti finora introdotti. Lโindice di fiducia delle famiglie in giugno รจ ancora 10 punti inferiore rispetto a quello di gennaio (-35 punti la componente relativa al clima economico) e, seppure i giudizi sui bilanci familiari non siano molto negativi, le intenzioni di acquisto restano ancora depresse. Tra le imprese, la fiducia รจ di 33 punti piรน bassa rispetto a gennaio (-47,4 nei servizi di mercato); nel manifatturiero migliorano i giudizi sulla produzione, ma aumentano ancora le scorte: questo puรฒ essere dovuto a una dinamica della domanda inferiore rispetto a quella attesa dagli imprenditori (sulla base della quale รจ stata programmata la produzione) oppure alla cancellazione di ordini. In ogni caso non รจ un buon segnale sugli andamenti futuri della produzione.
In questa fase, la fiducia di imprese e famiglie rappresenta il fattore determinante per la ripartenza. In assenza di un miglioramento delle condizioni interne e internazionali che alimentano tale fiducia, lโefficacia delle politiche di sostegno alla domanda rischia di essere molto limitata e di aumentare ulteriormente il risparmio, vanificando in parte gli sforzi fatti finora.
Fonte: Confindustria
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