Huffington Post – Urbano, ASSIV: non buttiamo via il Fondo nuove competenze
L’appello al governo e al Parlamento è che si trovino le risorse per valorizzare uno strumento di sostegno strutturale all’economia, anche se non sarà più il professor Parisi a gestirlo
Il nome di Domenico Parisi è naturalmente legato all’ANPAL e a quando, più di due anni or sono, fortemente voluto dal Movimento 5 stelle, fu richiamato dagli Stati Uniti, dove insegnava, per guidare l’agenzia che avrebbe dovuto definire il perimetro di applicazione del reddito di cittadinanza e soprattutto l’impiego, strettamente connesso, dei cosiddetti navigator.
Sembra essere passata un’eternità da allora e certamente oltre un anno di pandemia non aiuta a valutare con la dovuta oggettività quanto è andato bene e quanto meno bene.
Tuttavia, non si può ignorare il fatto che il prof. Parisi non abbia saputo evitare alcuni grossolani scivoloni, prontamente evidenziati e fortemente criticati tanto dalla stampa quanto dal partito che lo aveva voluto, a partire dalla questione delle indennità economiche che si era assegnato. Se a ciò si aggiungono i risultati non particolarmente incoraggianti nei numeri dei nuovi occupati, ecco spiegate le ragioni per le quali il governo Draghi, e in particolare il ministro Orlando, hanno metaforicamente accompagnato alla porta il professore del Mississippi.
Sarebbe però un grave errore, nel quale peraltro spesso indulgiamo, gettare il bambino assieme all’acqua sporca.
Va infatti ricordato come l’ANPAL, negli ultimi mesi, abbia dato il via a uno strumento particolarmente apprezzato dalle aziende che rappresento, e ritengo dall’intera imprenditoria italiana, quello del Fondo nuove competenze. Si tratta di uno strumento innovativo, che offre all’imprenditore l’opportunità di garantire ai propri lavoratori centinaia di ore di formazione, integralmente finanziate come costo del lavoro (retribuzione e relativi contributi) e con pagamento integrale della retribuzione, senza limiti di massimale (a differenza dei sistemi di sostegno al reddito) e di categoria di inquadramento (si applica anche ai dirigenti).
Il programma permette fino a 250 ore di formazione a lavoratore, da completarsi in un periodo di 90 o 120 giorni a seconda che vengono o meno attivati i fondi interprofessionali. In una fase congiunturale in cui il nostro sistema economico e produttivo è posto dinanzi l’improrogabile necessità di rinnovarsi profondamente per far fronte a criticità vecchie e nuove, fin troppo conosciute le prime, completamente inaspettate le seconde, mi pare di poter dire che sull’argomento l’ANPAL abbia quanto meno saputo interpretare correttamente il proprio ruolo.
Il comparto della sicurezza privata negli ultimi anni ha vissuto un profondo riassetto normativo, che si è riflesso sull’organizzazione delle singole aziende le quali, in alcuni casi, hanno cambiato totalmente il proprio paradigma di riferimento. Si assiste a una inesorabile trasformazione da imprese tradizionalmente a forte connotazione labour intensive a imprese all’avanguardia da un punto di vista tecnologico, con centrali operative in alcuni casi superiori alle migliori strutture in dotazione alle Forze dell’Ordine.
In molti ambiti stiamo già sperimentando la sicurezza del futuro e, anche se ancora lontani dalle suggestioni cinematografiche di un Ridley Scott, il punto è che il nostro personale assomiglia sempre meno al classico piantone (seppur ancora necessario) e sempre più ad un professionista con significative competenze informatiche e tecnologiche.
Accompagnare e favorire questo processo di trasformazione delle competenze, nel nostro come negli altri comparti produttivi, è l’obiettivo che si pone il Fondo nuove competenze, anche per evitare che in momenti di crisi come quello attuale le imprese debbano ricorrere al licenziamento tout court del personale poco qualificato (e pertanto meno produttivo), fornendo invece la possibilità a giovani e meno di giovani di rimettersi in gioco.
L’appello al governo e al Parlamento è che si trovino le risorse per valorizzare uno strumento di sostegno strutturale all’economia, anche se non sarà più il professor Parisi a gestirlo. La continuità dell’azione amministrativa è un valore da salvaguardare.
Maria Cristina Urbano
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