Guardie giurate e personale disarmato, le nuove tecnologie che servono
di Maria Cristina Urbano
Serve una riflessione più ampia su alcuni fenomeni sociali riconducibili alla più complessa materia della sicurezza dei cittadini, in particolare delle categorie maggiormente esposte
A Fiera Milano siamo stati coorganizzatori di diverse iniziative che hanno spaziato dalla informazione e sensibilizzazione sull’utilizzo delle nuove tecnologie, ad un approfondimento sulle opportunità che discendono da una maggiore professionalizzazione per le guardie giurate ed il personale disarmato, che deve passare anche per nuovi strumenti di certificazione. Temi di attualità, che ci aiutano a contestualizzare la sicurezza privata in uno scenario sempre in mutamento, al quale occorre adattarsi in maniera proattiva per fornire le giuste risposte organizzative, umane e tecnologiche ad un bisogno di sicurezza che risente dei rapidi cambiamenti socio-economici che caratterizzano la nostra società.
In questa edizione, tuttavia, abbiamo voluto affrontare non solo temi che richiamassero una generica attività di marketing, pure naturale nell’ambito di un evento fieristico, ma che anzi innescassero una riflessione più ampia su alcuni fenomeni sociali riconducibili alla più complessa materia della sicurezza dei cittadini, in particolare delle categorie maggiormente esposte. Le quotidiane notizie di cronaca ci hanno convinto dell’opportunità, anzi della necessità, di affrontare nel suo contesto più ampio il tema della violenza di genere. Quello della violenza sulle donne è un tema particolarmente delicato, che genera forti reazioni emotive ma che tuttavia deve continuare a fare i conti con modelli culturali difficili da sradicare senza il fattivo contributo di istituzioni, famiglie e società civile in tutte le sue articolazioni. Modelli culturali che sono, molto spesso, il risultato di contesti economici e sociali degradati e che potrebbero essere positivamente affrontati mediante l’insieme di misure che oggi si indicano con il concetto di sicurezza urbana. Modelli comportamentali che, tuttavia, con sgomento, ritroviamo anche in contesti affatto distanti da quel degrado cui facevamo riferimento, e per ciò stesso ancora più preoccupanti, perché indice di un malessere psicologico e di una difficoltà ad accettare l’altro su un piano di parità anche laddove il modello accettato è quello di un sano rapporto di parità di genere.
Rifiutando il paradigma in base al quale la fiera è un ambiente dispersivo per discutere di temi tanto delicati e complessi, ASSIV ha deciso di riflettere su come, e in che misura, un settore come quello della vigilanza privata, complementare a quello della sicurezza pubblica e caratterizzato da tecnologie di altissimo livello e da relative competenze professionali, possa contribuire a contrastare un fenomeno che deve essere ritenuto inaccettabile, senza ambiguità, dall’intera società.
Gli spunti di riflessioni emersi sono stati di grande valore e hanno avuto come comun denominatore la necessità di fare di più per educare sin dall’infanzia ad un corretto rapporto con l’altro sesso e per garantire una crescita emotiva equilibrata, capace di accettare il rifiuto. Tutte le relatrici hanno evidenziato come sia indispensabile implementare le sinergie tra gli attori che operano in tale ambito, istituzionali e non, per concorrere al raggiungimento di obiettivi di medio e lungo termine. Su tale linea direttrice, di ampio respiro, si pone la possibilità, o meglio l’opportunità, di assistere le istituzioni nell’attività di prevenzione e repressione per mezzo delle tecnologie oggi a disposizione della vigilanza privata e delle risorse umane che questa è capace di garantire in maniera continuativa sul territorio. Si tratta di strumenti che potrebbero, se diffusi e correttamente gestiti sotto la direzione della Magistratura e il coordinamento delle Forze dell’Ordine, prevenire molti degli orribili crimini propri di tale forma di violenza, appunto perchè caratterizzati da una forte capacità di deterrenza e da un controllo in tempo reale di persone, luoghi e situazioni.
Il panel promosso ha rappresentato la pietra angolare del lavoro che intendiamo portare avanti nei prossimi mesi, per contribuire a sensibilizzare su un tema tanto importante e per sostenere le nostre aziende a sviluppare iniziative, competenze e strumenti di contrasto alla violenza contro le donne, pur nella consapevolezza che il vigente quadro normativo impedisce alla vigilanza privata di occuparsi di sicurezza alla persona se non nei casi di deroga previsti dalla legge. Ma la sinergia tra nuove tecnologie e operatori adeguatamente formati e supportati può diventare nondimeno protagonista nella difesa dell’incolumità femminile. Con convinzione e determinazione siamo convinti che ciascuno debba fare la propria parte, e debba farla ora!
Insomma, la prima scommessa è stata vinta. Grazie a chi era presente al dibattito, alle autorevolissime relatrici e al pubblico, e a chi sarà al nostro fianco nei prossimi mesi!
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