ASSIV: ancora nessun equilibrio sulle gare d’appalto per la sicurezza
di Maria Cristina Urbano – 21 Giugno 2024
Ricordate quando il contratto della sicurezza privata, per quanto riguardava la parte afferente ai servizi fiduciari, era considerato un contratto “povero” e sentenze della Corte di Cassazione intimavano di rivederlo perché in contrasto con quanto stabilito dall’art. 36 della Costituzione, quello sulla retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro? E ricordate quanto accaduto negli ultimi mesi, con una contrattazione estremamente faticosa tra parti datoriali e parti sindacali che lo scorso febbraio sono tuttavia riuscite a sottoscrivere un addendum al CCNL, a sua volta già rinnovato a maggio 2023 con significativi miglioramenti dal punto di vista retributivo, innalzando ulteriormente e in maniera consistente la remunerazione, così da allinearlo a larga parte degli altri CCNL vigenti in Italia?
Ebbene, secondo il mercato agroalimentare di Padova tutto ciò non è mai avvenuto! In un recente capitolato di gara per l’affidamento del servizio di portineria e custodia, infatti, all’art. 19 veniva specificato che “in ragione della necessità di evitare che il committente sia esposto a richieste di pagamento del giusto salario ai sensi dell’art. 36 della Costituzione, anche in ragione di quanto stabilito dalla Cass. 27711 del 2 ottobre 2023, viene espressamente esclusa l’applicabilità del contratto collettivo per la vigilanza privata e dei servizi fiduciari”. È evidente come la stazione appaltante ignorasse l’iter del rinnovo di detto contratto, con un’affermazione peraltro gravemente lesiva del lavoro e dell’impegno delle rappresentanze delle parti sociali tutte. Quanto determinatosi ha costretto ASSIV a inviare lo scorso 10 giugno istanza in autotutela. La stazione appaltante ci ha prontamente risposto di aver già revocato la gara, e noi speriamo vivamente che sia perché avvedutisi dell’errore.
La posizione e l’operato di ASSIV sulle gare d’appalto per la sicurezza
Per anni la vigilanza privata ha denunciato, e per la verità continua a denunciare, gare d’appalto indette con valori del costo orario dei lavoratori ben al di sotto delle tabelle pubblicate dal Ministero del Lavoro (ormai obsolete), indicando proprio in questa prassi assurda la vera ragione della povertà delle retribuzioni dei propri lavoratori. Ora che, dopo anni faticosi di confronto e scelte coraggiose (forse ardite!) da parte delle aziende si è arrivati a riconoscere con il nuovo CCNL livelli salariali adeguati agli operatori dei servizi fiduciari, venire additati come paria da quelle stesse stazioni appaltanti che hanno creato il problema e che poco fanno per risolverlo, mi pare ironico e tragico al contempo!
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