Maria Cristina Urbano: Utilizzare gli assistenti civici sarebbe un pericoloso azzardo

 

 

L’attività di vigilanza privata trova la sua disciplina nel Testo Unico di Pubblica Sicurezza che limita il campo di attività alla tutela dei beni, previa stipula di un contratto tra il proprietario del bene e l’istituto di vigilanza privata a cui la guardia particolare giurata risponde. 

A partire dalle fine del 2007, a seguito di una condanna della Corte di Giustizia dell’Unione europea nei confronti dell’Italia, il settore ha conosciuto un profondo cambiamento normativo che ha posto a fondamento oggettivo del sistema una serie di requisiti minimi di qualità, sia a carico di imprenditori e istituti, sia per quanto attiene le singole guardie particolari giurate; in assenza di tali requisiti il ministero dell’Interno, amministrazione sotto il cui controllo operiamo, per il tramite delle Prefetture, non rilascia o rinnova la licenza, senza la quale non è possibile operare.

 

Nel corso degli anni, e per riserva di legge, altri e più delicati compiti sono stati riservati alle Guardie particolari Giurate, se non svolti direttamente dalle forze dell’ordine: sicurezza portuale, aeroportuale, nelle stazioni. Quale presidente di Assiv, l’associazione degli Istituti di Vigilanza Privata e servizi fiduciari maggiormente rappresentativa, ho ritenuto importante ricordare per sommi capi il perimetro operativo del comparto, alla luce di quanto annunciato alcuni giorni orsono dal ministro Boccia.

Il ministro per gli Affari Regionali ha lanciato l’idea di un bando per 60.000 assistenti civici volontari, rivolto per lo più a inoccupati e percettori del reddito di cittadinanza, il cui compito primario dovrebbe essere quello di controllo del territorio affinché siano rispettate le norme di contenimento del Covid, in particolare quelle sul distanziamento sociale e sull’uso delle mascherine.
Trovo l’iniziativa avventata e potenzialmente pregna di rischi.

Lungi da me assumere una posizione preconcettualmente difensiva di una posizione di mercato, anche perché ciò che rappresentano gli istituti di vigilanza privata nel contesto del sistema di sicurezza del Paese non è in alcun modo comparabile con la figura che vorrebbe introdurre il Ministro Boccia. E’ mia intenzione, al contrario, mettere a disposizione della politica l’esperienza e la professionalità che ci proviene dal lunghissimo operare nell’ambito della sicurezza, in funzione complementare alle Forze dell’Ordine.

Ebbene, tutto considerato, mi pare di poter affermare in piena onestà che immaginare di mandare sulle strade migliaia di persone senza un ruolo ben definito, che dovrebbe discendere per forza di cose anche dal possesso di caratteristiche e requisiti minimi di professionalità e formativi, costituisce un pericoloso azzardo. Peraltro in un momento grave per il Paese, nel quale l’azzardo è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno.

È evidente, infatti, che gli assistenti civici, nell’esercizio delle funzioni che si immagina di assegnare loro, non potranno essere equiparati né a pubblici ufficiali (come le forze dell’ordine), né a incaricati di pubblico servizio (come le guardie giurate), rimanendo semplici cittadini. Una versione certamente nobilitata della vecchia iniziativa delle ronde di cittadini, che tuttavia non potrà evitare di incorrere negli stessi problemi e rischi, connessi anche e soprattutto all’incolumità personale dei volontari, rischi che saranno anzi moltiplicati come conseguenza dell’enorme numero dei volontari.

Una semplice pettorina di colore sgargiante non può certo evitare la molteplicità di situazioni di rischio cui si esporranno più o meno consapevolmente. E in tutta questa vicenda, sembra che ad essere assente sia proprio la consapevolezza.
Il mondo della sicurezza privata già annovera le figure professionali che, in ragionevole sicurezza, potrebbero essere utilizzate dai comuni per i compiti di controllo e di verifica di cui parla il Ministro Boccia. Al mondo del volontario andrebbero invece lasciati i moltissimi compiti cui sempre ha dimostrato di sapere fornire efficace risposta, e nell’attuale contingenza purtroppo ha assunto nuova urgenza l’assistenza ad anziani e bisognosi.

Il problema, forse, consiste nel fatto che il servizio dei primi andrebbe pagato, quello dei volontari chissà… Sempre che, come qualcuno ha già ipotizzato, l’iniziativa promossa dal Ministro Boccia non costituisca premessa per una non troppo lontana strategia di assunzioni in massa, senza concorso, da parte degli enti locali. Quest’ultima ipotesi appartiene probabilmente al campo della semplice diatriba politica, ma su valutazioni ben più fondate e argomentate ci uniamo alle considerazioni già espresse dai Ministri Lamorgese e Guerini, contrari all’iniziativa, per chiedere al Ministro Boccia di soffermarsi sulle criticità e i rischi cui esporrebbe i volontari e la collettività.

Dopo tante norme, regolamenti, circolari e ogni altro orpello del quale è capace la nostra burocrazia, che hanno certamente permesso l’elevata qualificazione del comparto della vigilanza privata, gravando tuttavia imprenditori ed operatori di assai onerosi obblighi formativi, organizzativi e prestazionali, assistiamo con sconcerto alla facilità con la quale si propone di affidare compiti delicati a persone prive di ogni qualificazione. Un po’ di coerenza, per cortesia!

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