Di sicurezza si è parlato molto in campagna elettorale. In un confronto abbastanza complicato, come avevamo immaginato, il tema è emerso con forza nel dibattito, seppure con sfumature diverse.
Il problema, però, è che non è mai maturata una proposta davvero convincente o comunque applicabile nell’immediato. Da destra a sinistra i programmi hanno genericamente parlato di un aumento delle risorse per le forze di polizia. Un percorso sicuramente auspicabile per garantire agli uomini in divisa un lavoro più sereno, una migliore retribuzione e mezzi più affidabili.
Tuttavia, come hanno fatto notare gli analisti più attenti, la questione dei conti pubblici non può essere ignorata: un maggior investimento dello Stato sulla sicurezza comporterebbe un incremento della spesa pubblica e un’ulteriore lievitazione del debito pubblico, a meno di salvifici tagli, che però – come sappiamo – sono più facili da annunciare che da praticare. Quindi si tratta di una strada che non appare proprio semplice da seguire, per ragioni pratiche ed economiche.
Per questo motivo il filo del discorso potrebbe riprendere dalla proposta di legge depositata nella scorsa legislatura dal senatore uscente Mario Mauro. Il testo è frutto di una serie di valutazioni, che individuano il giusto equilibrio tra responsabilità delle forze pubbliche e istituti privati.
Perché una buona regolamentazione è la precisa richiesta avanzata più volte dagli addetti ai lavori, la cui grande preoccupazione è quella di scongiurare il rischio di una giungla fatta di figure non dotate di adeguate competenze. E che finiscono per minare la credibilità dei professionisti che operano nel settore.
Le forze politiche sono adesso impegnate nel confronto tra di loro per individuare possibili soluzioni per avere una maggioranza e quindi un governo. Non è mio compito indicare soluzioni preferite, visto il percorso indicato dalla Costituzione. Ma su un aspetto è giusto lanciare un appello: le alleanze sono progetti di governo basati su concrete iniziative.
E per garantire un maggiore sicurezza ai cittadini italiani è giusto cambiare impostazione: con il loro voto, infatti, gli elettori hanno chiesto alla politica di cambiare approccio senza ideologizzare il dibattito.
Ora chiediamo alla politica di essere all’altezza dei cambiamenti richiesti. In ogni settore, a partire dalla sicurezza, cancellando qualsiasi pregiudizio ideologico, ma confrontandoci con la realtà dei fatti.