Una legge per impiegare le nostre guardie giurate all’estero

Conclusa la sessione parlamentare dedicata alla legge di bilancio, è tempo per la Camera dei deputati di riavviare l’esame della proposta di legge sull’impiego delle guardie giurate all’estero che, in questa legislatura, è stata presentata dall’on. Francesco Lollobrigida e dal gruppo di Fratelli d’Italia.

Lo scorso mese di novembre ho avuto l’onore di essere audita in Commissione Affari Costituzionali come presidente di Assiv per rappresentare le valutazioni dell’associazione sulla proposta di legge in parola, valutazioni che, giova ribadirlo, sono assolutamente positive; la Commissione ha successivamente ritenuto di dover ampliare il ciclo di audizioni inizialmente previsto, includendo anche i committenti del servizio di tutela di assets aziendali su territorio straniero (almeno quelli maggiormente significativi quali, a titolo puramente esemplificativo, ENI e simili).

Bene, diciamo noi, purché si faccia presto. Il settore della vigilanza privata, infatti, negli ultimi anni si è sottoposto ad un processo di radicale rinnovamento che, sui binari del nuovo quadro normativo di riferimento, ha garantito il conseguimento di altissimi livelli di professionalità delle nostre guardie giurate e di efficienza delle nostre aziende.

E’ di tutta evidenza che un siffatto percorso di qualificazione, voluto dallo Stato, ha comportato per gli imprenditori del comparto investimenti significativi. Tutto ciò a fronte di un mercato che è rimasto sostanzialmente immutato, se non addirittura giunto a saturazione, caratterizzato peraltro da una committenza pubblica incapace di valorizzare gli sforzi compiuti dagli operatori economici.

L’approccio di chi scrive è di stampo liberale, gobettiano oserei dire, di moderata fiducia nel libero mercato. Tuttavia, ed è massimamente vero per il comparto della sicurezza privata, ci troviamo ad operare in un mercato regolato, fatto che trova la sua giustificazione nell’esigenza di tutelare interessi pubblici primari, ma che tuttavia non può punire chi è chiamato ad operarvi da imprenditore.

Il tema della partnership tra pubblico e privato in tema di sicurezza, e l’intervento positivo del legislatore finalizzato a consentire al privato, a determinate condizioni e sotto la direzione e sorveglianza della Pubblica Amministrazione, di supplire ad inefficienze del pubblico, fa sì che le imprese della vigilanza provata costituiscano un pilastro imprescindibile sicurezza del sistema-Paese.

È tempo di agire, e per la politica di fare la sua parte. Noi, seppur tra mille difficoltà, stiamo continuando a fare la nostra. Assiv ribadisce la piena disponibilità a supportare il legislatore, a fornire dati e spunti di riflessione utili affinché la pdl sulle gpg all’estero possa essere approvata nel corso della presente Legislatura. Non mancherà il nostro convinto impegno nel cercare il dialogo con tutte le espressioni della realtà politica nazionale, anche e soprattutto con quelle che ancora ci percepiscono come un dito nell’occhio.

Nel frattempo siamo grati a quanti hanno voluto prestare attenzione alle istanze del comparto, comprenderne le ragioni e promuovere misure che, se approvate, potranno fattivamente contribuire ad aumentare i livelli di sicurezza, con reciproci benefici per le imprese, i cittadini e lo Stato.

D’altronde, perché non permettere alle nostre aziende, che operano fuori dai confini nazionali, di poter scegliere aziende italiane per garantire la sicurezza dei propri assets e del proprio personale?

 

Dal Blog di Maria Cristina Urbano – Presidente dell’ASS.I.V – Huffingtonpost 

 

 

https://www.huffingtonpost.it/entry/una-legge-per-impiegare-le-nostre-guardie-giurate-allestero_it_5e2aab3bc5b6779e9c30a22a