Il punto di vista ASSIV sui PDL Iezzi e Spelgatti e il concetto moderno di sicurezza

di Maria Cristina Urbano – 18 Giugno 2024

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Con questo articolo vogliamo riprendere il filo del discorso iniziato con l’approfondimento uscito sulle colonne di S News “ASSIV e le nuove PDL di diretto interesse della Sicurezza Privata in febbraio, quando abbiamo illustrato alcune delle proposte di legge riguardanti il comparto della sicurezza presentate in questa prima parte di legislatura.

Restarono, allora, fuori da quella disamina le proposte di Igor Iezzi della Lega e di e di Alberto Balboni di Fratelli d’Italia. Oggi l’intenzione è di colmare parzialmente la lacuna, dedicando la nostra riflessione alla PDL Iezzi e altri, presentata il 5 settembre 2023.

L’analisi di ASSIV sulla PDL Iezzi e il nuovo concetto di sicurezza “partecipata”

Si tratta di una proposta legislativa molto ambiziosa, perché si pone come obiettivo la disciplina delle attività di sicurezza sussidiaria svolte da soggetti privati. La premessa è incoraggiante, infatti gli estensori prendono in considerazione il nuovo concetto di sicurezza che diviene partecipata, e si pongono l’obiettivo di raccogliere in un unico strumento legislativo ciò che ora si trova nel TULPS, nel Regolamento di attuazione, nel DM 269/2010 e nelle leggi speciali che costituiscono la fonte normativa dei servizi di sicurezza “sussidiari” (porti, aeroporti, stazioni), ossia in affiancamento o in sostituzione (ma sotto il coordinamento) delle Forze dell’Ordine.

Il concetto moderno di sicurezza: stretta collaborazione tra operatori pubblici e privati

Si tratta di un’impostazione ampiamente condivisa da tutti gli operatori, in linea con un concetto moderno di sicurezza che vede la stretta collaborazione tra operatori pubblici e privati, i secondi sotto la direzione dei primi, coerente con il quadro di sistema sicurezza Paese individuato in linea di principio (ma mai applicato del tutto) dalla vigente normativa. Tuttavia, a nostro avviso come ASSIV, nei 26 articoli che compongono il disegno di legge si nascondono molte insidie.

Le molte insidie nella PDL Iezzi secondo ASSIV

Il DM 269/2010, che norma nel dettaglio la disciplina degli IVP (Istituti di Vigilanza Privata), dei requisiti dei servizi di sicurezza e delle GPG, viene per così dire “scomposto” e riassemblato all’interno della proposta di legge, disarticolando ciò che adesso, a distanza di 14 anni dalla sua entrata in vigore, ha trovato applicazione, con prassi amministrative certamente migliorabili ma consolidate.

Leggendo con attenzione, si rinviene la tendenza a riportare nella discrezionalità delle Prefetture alcuni importanti aspetti della vita aziendale degli IVP che adesso sono regolati in maniera oggettiva, per esempio l’ammontare della cauzione, (punto 9 art.2). Vale la pena di ricordare che uno degli aspetti a suo tempo censurati dall’UE, perché contrari ai principi normativi eurocomunitari e che portarono all’abrogazione del previgente quadro legislativo nazionale, era rappresentato proprio dai margini di discrezionalità cui veniva sottoposta l’attività imprenditoriale da parte della PA.

Di più: all’art. 5 si elencano i motivi per cui la licenza può essere negatasospesa o revocata, e si leggono, fra questi, “il fondato pericolo che l’istituto la società o l’impresa interessata acquisisca una posizione predominante nel territorio o nel settore di attività” (punto d ) o “la presenza nel territorio di un numero non proporzionato di istituti o imprese di servizi di guardie giurate o di altri operatori abilitati” (punto e), con facoltà dell’autorità di provvedere alla nomina di commissari straordinari per garantire la continuità operativa di quegli istituti oggetto di sospensione o revoca. Ancora più anacronistica è la reintroduzione dell’ambito territoriale, che prevede eccezioni e deroghe concesse dal Prefetto, ma che tornerebbe ad essere la regola. Insomma, la proposta di legge in esame reintrodurrebbe nel nostro sistema proprio alcuni dei più significativi vulnus,che caratterizzarono la precedente normativa e che ne hanno determinato il destino. Oggi che gli stessi principi in base ai quali venne imposta l’abrogazione della norma nazionale costituiscono in maniera inderogabile una delle trame del tessuto normativo UE, l’eventuale approvazione da parte del nostro Parlamento di una siffatta norma significherebbe certamente un nuovo intervento delle autorità europee e l’inaugurazione di un nuovo periodo di incertezza normativa, a tutto danno di un sistema di imprese che nel corso degli ultimi dieci anni ha dovuto adeguarsi, con grande dispendio di risorse umane ed economiche, al nuovo ecosistema legislativo. Fatto, questo, che certamente è alla base delle buone prestazioni del comparto anche in momenti di grande difficoltà per il Paese, quali la pandemia da Covid-19 e la crisi da questa generata. Ciò perché la vigente normativa, pur con tutti i ritardi e le difficoltà applicative riscontrate, ha spinto verso una sempre maggiore qualificazione delle aziende e degli operatori, operando una selezione che ha consentito la sopravvivenza alle aziende finanziariamente e organizzativamente solide. Infine, anche per i servizi di sicurezza disarmati, disciplinati nel dettaglio dalla PDL Iezzi e altri, si prevedono per gli operatori specifici requisiti riguardanti la condotta (previsione comprensibile e condivisa da chi scrive, ma già ampiamente attuata dalle aziende) e il loro collocamento sotto il controllo delle Prefetture, che ne terrebbero appositi registri. Ci nasconderemmo dietro un dito se non dicessimo chiaramente che una simile previsione significherebbe la paralisi del settore, perché le Prefetture non hanno le risorse per svolgere questa ulteriore incombenza. Inutile constatare come un intervento normativo che vorrebbe sistematizzare e quindi semplificare, in tal modo otterrebbe l’effetto opposto.

Insomma, il progetto di legge pare un ritorno all’antico, immemore dei principi contenuti nella sentenza Corte di Giustizia Europea del dicembre 2007, che condannò l’Italia per un quadro legislativo largamente difforme dai principi del Trattato europeo e diede inizio al processo di riforma che ancora non ha trovato compiuta applicazione, e sul quale il Ministero dell’Interno, di concerto con le sue terminazioni territoriali, dovrebbe mostrare maggiore impegno, anche nel coinvolgimento di tutti gli stakeholders di settore, per il miglioramento ed aggiornamento delle prassi applicative.

La posizione e le richieste di ASSIV

Prendiamo atto del fatto che l’iniziativa di legge è a cura di partiti della maggioranza, anzi sembra essere una proposta di riforma organica identitaria per la Lega. Sembra confermarlo quanto avvenuto a febbraio al Senato, con la presentazione da parte della senatrice Spelgatti e di tutto il gruppo della Lega del DDL “Disciplina delle attività di sicurezza sussidiaria svolte da soggetti privati”. Esatto carbon copy della PDL Iezzi e altri. Chiediamo dunque ai parlamentari firmatari delle proposte di legge in oggetto di voler aprire un confronto sui loro contenuti, nella certezza che l’obiettivo loro e nostro sia identico: garantire all’Italia un sistema sicurezza moderno, efficace ed efficiente, che benefici della grande dedizione delle nostre Forze dell’Ordine ma che sappia mettere a fattor comune le enormi risorse organizzative, tecnologiche e professionali del comparto della vigilanza privata.

Noi restiamo, come sempre, disponibili a fornire un contributo costruttivo.

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