Covid-19, tra gennaio e ottobre 2022 denunciati oltre 100mila contagi sul lavoro
Lo rileva il 30esimo report elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail, pubblicato oggi insieme alla versione aggiornata delle schede di approfondimento regionali, che registra un incremento di 8.589 casi rispetto al monitoraggio di fine agosto (+2,9%). Le infezioni di origine professionale segnalate all’Istituto dall’inizio della pandemia sono 305.395, pari a circa un quinto del totale degli infortuni registrati a partire dal gennaio 2020
ROMA – I contagi sul lavoro da Covid-19 denunciati all’Inail dall’inizio della pandemia alla data dello scorso 31 ottobre sono 305.395, pari a circa un quinto del totale delle denunce di infortunio pervenute all’Istituto dal gennaio 2020 e con un’incidenza dell’1,3% sul complesso dei contagiati nazionali comunicati alla stessa data dall’Istituto superiore di sanità. Rispetto alle 296.806 denunce registrate dal monitoraggio dello scorso 31 agosto, le infezioni in più sono 8.589 (+2,9%), di cui 3.630 riferite a ottobre e 2.150 a settembre, con i restanti casi riconducibili ai mesi precedenti. Il consolidamento dei dati permette, infatti, di acquisire informazioni prima non disponibili.
Nel 2022 oltre un terzo dei casi. A fornire il quadro aggiornato dei contagi da Covid-19 di origine professionale è il 30esimo report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale (Csa) dell’Inail, da cui emerge che con 107.602 infezioni lavoro-correlate denunciate nei primi 10 mesi, il 2022 pesa al momento per il 35,2% sul totale dei contagi sul lavoro segnalati all’Istituto dall’inizio della pandemia. Il 2020, con 148.986 infezioni, raccoglie invece il 48,8% di tutti i casi, mentre il restante 16,0% (48.807) è concentrato nel 2021. Il nuovo report della Csa conferma anche il trend in netta diminuzione dei casi mortali. Gli 886 decessi da Covid-19 denunciati all’Inail dall’inizio della pandemia, infatti, sono concentrati quasi esclusivamente nel 2020, che con 586 contagi con esito mortale raccoglie il 66,3% del totale, e nel 2021, con 290 casi mortali (32,6%). L’incidenza media dei decessi da Covid-19 sul totale di tutti i casi mortali denunciati all’Istituto nel 2020 è stata di circa una denuncia ogni tre, scendendo a circa una su sei nel 2021 e contraendosi considerevolmente nei primi 10 mesi di quest’anno.
Milano, Roma e Torino le province più colpite. L’analisi territoriale, che è possibile approfondire attraverso le schede regionali aggiornate, evidenzia una distribuzione dei contagi sul lavoro denunciati pari al 40,4% nel Nord-Ovest (prima la Lombardia con il 23,5%), al 21,7% nel Nord-Est (Veneto 10,7%), al 16,8% al Centro (Lazio 8,3%), al 14,8% al Sud (Campania 7,5%) e al 6,3% nelle Isole (Sicilia 4,5%). Le province con il maggior numero di infezioni lavoro-correlate da inizio pandemia sono quelle di Milano (9,5%), Roma e Torino (6,6% ciascuna), Napoli (4,6%), Genova (3,1%), Brescia (3,0%), Venezia (2,2%), Verona e Treviso (2,1% ciascuna), Vicenza e Monza e Brianza (2,0% ciascuna), Firenze e Varese (1,9% ciascuna) e Bologna (1,8%). La provincia di Torino è quella che ha registrato il maggior numero di contagi sul lavoro nello scorso mese di ottobre, seguita da Milano, Brescia, Roma, Genova, Monza e Brianza, Cuneo, Napoli, Venezia, Treviso, Salerno, Savona e Lecco. Le province che hanno registrato gli incrementi percentuali maggiori rispetto al monitoraggio di fine agosto sono invece quelle di Isernia (+17,9%), Imperia (+8,0%), Messina (+7,8%), Brescia (+6,8%), Savona e Salerno (+6,2% per entrambe), Viterbo (+5,9%) e Cuneo (+5,6%).
L’età media dei contagiati in aumento nell’ultimo mese di rilevazione. L’età media dei contagiati dall’inizio della pandemia è di 46 anni, ma nel solo mese di ottobre è salita a 48 anni. Il 41,8% del totale delle denunce riguarda la classe 50-64 anni, seguita dalle fasce 35-49 anni (36,1%), under 35 anni (20,0%) e over 64 anni (2,1%). Gli italiani sono l’88,5%, mentre il restante 11,5% delle denunce riguarda lavoratori stranieri. Le nazionalità più colpite sono quelle rumena (20,7% dei contagiati stranieri), peruviana (12,3%), albanese (7,9%), svizzera (4,6%), moldava (4,4%) ed ecuadoriana (4,0%). La maggioranza delle infezioni di origine professionale colpisce le donne. La quota delle lavoratrici contagiate sul totale dei casi, infatti, è pari al 68,3%. La componente femminile supera quella maschile in tutte le regioni, con le sole eccezioni della Sicilia e della Campania, dove l’incidenza delle donne sul totale dei contagi denunciati all’Inail è, rispettivamente, del 49,9% e del 49,0%. A morire, però, sono soprattutto gli uomini (82,8%). L’età media dei deceduti è di 58 anni (57 per le donne, 59 per gli uomini), con il 71,3% dei decessi concentrato nella fascia tra i 50 e i 64 anni.
La sanità e assistenza sociale prima anche per numero di decessi. Il 63,2% delle denunce da Covid-19 riguarda il settore della sanità e assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili…), al primo posto anche per numero di decessi (21,1% dei casi mortali codificati). Seguono l’amministrazione pubblica (attività degli organismi preposti alla sanità – Asl – e amministratori regionali, provinciali e comunali) con l’8,7% dei contagi denunciati, il trasporto e magazzinaggio con l’8,2%, il noleggio e servizi di supporto (servizi di vigilanza, di pulizia, call center…) con il 4,0%, il commercio all’ingrosso e al dettaglio con il 2,7%, le attività dei servizi di alloggio e ristorazione con il 2,2% e il settore manifatturiero con il 2,0%.
Circa tre quarti delle denunce riguardano il personale dell’ambito sanitario. L’analisi per professione dell’infortunato conferma come il personale dell’ambito sanitario sia il più colpito dai contagi, a partire dalla categoria dei tecnici della salute, in cui si concentra il 37,8% delle denunce (in tre casi su quattro donne), l’82,3% delle quali relative a infermieri. Seguono gli operatori socio-sanitari con il 16,0% (l’80,7% donne), i medici con il 9,4% (oltre la metà donne), gli operatori socio-assistenziali con il 5,4% (l’85,3% donne) e il personale non qualificato nei servizi sanitari (circa l’80% ausiliari, ma anche portantini, barellieri) con il 4,4% (72,8% donne). Le altre professioni più coinvolte sono quelle degli impiegati amministrativi con il 5,8% delle infezioni denunciate (i due terzi donne), degli impiegati addetti al controllo di documenti e allo smistamento e recapito della posta con il 2,3% (oltre la metà donne), degli addetti ai servizi di pulizia con l’1,9% (oltre i tre quarti donne), degli impiegati addetti agli sportelli e ai movimenti di denaro con l’1,5% (circa due terzi donne), dei conduttori di veicoli con l’1,2% (con più di nove contagi su 10 maschili), dei professori di scuola primaria con l’1,2% (oltre il 97% donne) e degli addetti ai servizi di sicurezza, vigilanza e custodia con l’1,1% (quasi un terzo donne).
Fonte: INAIL