ASSIV: perché non utilizzare le GPG per il “decreto anti-rave”?
di Maria Cristina Urbano
Di certo i primi provvedimenti assunti dal Governo Meloni non sono passati inosservati, neanche a noi di ASSIV. E la discussione politica che li ha seguiti non è sempre stata lucidissima. In primo luogo, per parlare di una norma, occorre averla ben presente. Pertanto vorrei iniziare questa mia riflessione riportando per intero l’articolo 5 (Norme in materia di occupazioni abusive e organizzazione di raduni illegali) del decreto-legge 31 ottobre 2022, ovvero il primo provvedimento del Governo Meloni:
1. Dopo l’articolo 434 del Codice penale è inserito il seguente:
«Art. 434-bis (Invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica). – L’invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica consiste nell’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica.
Chiunque organizza o promuove l’invasione di cui al primo comma è punito con la pena della reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000.
Per il solo fatto di partecipare all’invasione la pena è diminuita.
È sempre ordinata la confisca ai sensi dell’articolo 240, secondo comma, del codice penale, delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato di cui al primo comma nonché di quelle utilizzate nei medesimi casi per realizzare le finalità dell’occupazione».
In merito a tale disposizione, l’inevitabile semplificazione giornalistica ha parlato di “decreto anti-rave”, la politica a sinistra ha urlato inorridita ad un provvedimento di stampo fascista, a destra ha argomentato che si tratta di una misura resasi necessaria dopo alcuni gravi episodi di cronaca, verificatisi negli ultimi mesi, di occupazione di terreni privati per organizzare feste a base di alcool e droghe. Esimi giuristi di ambo i campi si sono quindi scontrati a colpi di fioretto, in alcuni casi di ascia bipenne, per stabilire se una norma del genere fosse davvero necessaria, e non piuttosto un’inutile ridondanza rispetto fattispecie già presenti nel nostro ordinamento e per le quali le Forze dell’Ordine già possono ricorrere allo sgombro e alla forza, e se per tale materia si potesse o meno ricorrere alla decretazione d’urgenza ex art. 77 della Costituzione.
Lascio ai giuristi risolvere la questione. Da parte mia, invece, ritengo che la necessità del Governo fosse semplicemente quella di approvare immediatamente alcune norme identitarie, facilmente riconoscibili dal proprio elettorato di riferimento, ed ecco quindi il “decreto anti-rave”, l’irrigidimento sullo sbarco dei clandestini ad opera delle navi delle ONG, l’aumento al limite all’utilizzo del contante. La necessità, insomma, di segnare in maniera inequivocabile una discontinuità rispetto il passato. A dirla tutta, mi pare che sia più rilevante il messaggio in trama, che non la norma in sé.
Mi preme in proposito sottolineare un aspetto, come pure è stato fatto da quanti hanno precedentemente apprezzato il Governo Draghi perché a loro parere si caratterizzava per la stessa capacità: l’autorevolezza di un Governo non dipende sempre da cosa fa o non fa, piuttosto da quello che dà la sensazione che sarebbe disposto a fare in determinati frangenti e a determinate condizioni. A livello europeo, ad esempio, quando i Governi hanno dato la sensazione di essere disposti a trovare un accordo sul price cap al costo del gas, ne hanno determinato automaticamente un deprezzamento senza che fosse necessaria la norma.
Mi si obietterà che nel caso del Governo Meloni la norma è stata effettivamente approvata. È vero. Ma dovremmo spingere oltre il ragionamento, argomentando come forse non sia un caso che si tratti di una misura ridondante rispetto quanto già previsto dal nostro ordinamento, anche se assai raramente applicato, come a segnalare che da oggi in poi quel reato sarà punito ex lege, che non si sarà più disposti a chiudere un occhio, una sorta di “avviso ai naviganti”. Ad ogni modo la rinnovata attenzione al tema della sicurezza, in tutte le sue declinazioni, ci lascia sperare che il Governo Meloni non voglia lasciare inutilizzate le enormi risorse professionali ed imprenditoriali rappresentate dalla Vigilanza Privata. L’auspicio di ASSIV è che si voglia costruire un sistema-sicurezza Paese moderno ed efficiente, anche grazie all’impiego delle Guardie Particolari Giurate (GPG) per tutti quei servizi sussidiari e complementari alle Forze dell’Ordine che possono essere espletati efficacemente dal privato in sinergia con il pubblico, a vantaggio della collettività. Perché non ripartire da qui, dall’utilizzo delle GPG per il “decreto anti-rave”?
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