Decreto Semplificazioni: L’Audizione di Confindustria alla Camera dei Deputati
Il Direttore Generale Francesca Mariotti è intervenuta in Audizione in relazione al decreto-legge n. 77/2021 (c.d. Decreto Semplificazioni e Governance del PNRR), presso le Commissioni riunite Affari Costituzionali e Ambiente.
Il DL avvia un processo riformatore che, sebbene legato al PNRR, potrà contribuire a innovare l’ordinamento a regime. Ciò a patto che i prossimi provvedimenti abbiano la medesima ambizione, in modo da produrre effetti permanenti sulle nostre amministrazioni, anche al fine di rafforzarne le capacità gestionali e favorire, così, la realizzazione di investimenti innovativi in partnership pubblico-privato.
Il corposo pacchetto di misure (67 articoli) assume oggi un “preminente valore” per la necessità di garantire “sollecita e puntuale realizzazione degli interventi” previsti dal PNRR. È indispensabile, infatti, che quest’ultima poggi su una architettura solida, in modo da tenere insieme obiettivi e capacità realizzative.
In questo senso, il decreto-legge avvia un’azione riformatrice in vari ambiti e dimostra la capacità di rispettare le tempistiche concordate con l’UE, contribuendo così anche al clima di fiducia verso il nostro Paese.
Questo “sforzo realizzativo” avrà bisogno di due elementi: il coinvolgimento di istituzioni e corpi intermedi, accompagnato – come ci ricorda il Ministro Franco – da “un esercizio di apprendimento senza precedenti”, in termini organizzativi, di misurazione degli obiettivi e rispetto dei cronoprogrammi.
I provvedimenti normativi, pur necessari, non sono infatti sufficienti a innescare i processi di cambiamento, che solo la coesione e la consapevolezza collettiva riescono a realizzare. Occorre, quindi, che Governo e Parlamento proseguano in questo percorso, assicurando il confronto con gli stakeholder, monitorando gli effetti delle misure e correggendole ove necessario.
Si tratta di un percorso obbligato, in quanto dagli effetti del Piano dipenderanno le prospettive economiche dei prossimi anni. Prospettive su cui continuano a pesare alcune fragilità del nostro Paese.
Il DL incide su alcuni nodi dell’azione pubblica (es. fasi autorizzative e snellimento delle procedure degli affidamenti) e centra determinati obiettivi di razionalizzazione normativa, disegnando una governance del PNRR efficiente, rafforzando la capacità amministrativa in settori ad alta complessità tecnica e prevedendo procedure ad hoc per alcune opere strategiche. Ciò anche mediante il rafforzamento dei poteri sostitutivi per superare le inerzie e risolvere conflitti.
Il DL consta di due parti: la prima sulla governance del Piano e la seconda sulle disposizioni di accelerazione e snellimento delle procedure.
In sede di Audizione, Mariotti si è soffermata su tre aspetti:
- il modello di governance;
- il trinomio tempi-responsabilità-collaborazione, che costituisce l’asse portante delle principali misure di semplificazione;
- alcuni interventi di carattere settoriale rilevanti per gli obiettivi di transizione ecologica, nonché in materia di contratti pubblici.
1. Una governance efficiente e inclusiva
Quanto alla governance, in linea con quanto proposto anche da Confindustria, il decreto-legge delinea un impianto ben articolato che, se implementato in modo rapido, garantirà un indirizzo unitario al Piano, nel rispetto del quadro costituzionale e con il coinvolgimento di tutte le componenti, istituzionali, economiche e sociali.
Particolarmente apprezzabili le modalità di interlocuzione con gli stakeholder nell’ambito del Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale, in quanto si riconosce il ruolo che il sistema produttivo è chiamato a svolgere per massimizzare i benefici del PNRR.
Alcuni correttivi possono rafforzare l’effettività delle prerogative del Tavolo. Esso dovrebbe poter chiedere la convocazione della Cabina, su richiesta di una maggioranza qualificata dei componenti, in modo da risolvere celermente criticità di particolare rilievo.
Inoltre, già in sede di conversione andrebbe previsto chi lo presiederà: la scelta di una figura istituzionale (come il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio o un suo delegato) garantirebbe un’interlocuzione più incisiva con i diversi livelli di governance.
2. Tempi, responsabilità e collaborazione: una nuova semplificazione
In tema di semplificazioni il DL fa proprio un approccio che punta a rafforzare la capacità amministrativa, assicurare certezza dei tempi delle decisioni pubbliche e sfruttare la collaborazione tra soggetti pubblici e privati.
Si tratta di un’impostazione condivisibile e necessaria per affrontare le sfide connesse al rispetto dello stringente cronoprogramma del PNRR, nonché alla sostenibilità nelle sue diverse dimensioni (economica, ambientale, sociale). Infatti, esse impongono di aumentare la qualità delle decisioni amministrative, in termini sia di competenze e responsabilità, sia di prevedibilità dei tempi, sia di collaborazione tra i tanti soggetti coinvolti.
Per questo, con l’obiettivo di rafforzare la capacità amministrativa, il decreto-legge istituisce strutture tecniche preposte all’esame dei procedimenti inerenti alle opere e agli interventi ricompresi nel PNRR.
Per quanto riguarda la certezza dei tempi, dal DL emerge una particolare attenzione alla rapida definizione dei procedimenti amministrativi e alla stabilità dei loro esiti, che ci auguriamo entri nel DNA delle nostre amministrazioni, anche per gli anni successivi alla conclusione del Piano.
Il decreto-legge rafforza l’apporto “collaborativo” dei soggetti pubblici e privati coinvolti nei procedimenti.
In particolare, esso introduce l’interpello ambientale, cioè la possibilità per alcuni soggetti, tra cui le associazioni di categoria, di inoltrare al Ministero della transizione ecologica istanze di ordine generale sull’applicazione della normativa ambientale. Si tratta di una novità potenzialmente molto utile per chiarire l’impatto di regole di difficile interpretazione.
3. Alcune semplificazioni settoriali
Quanto alle misure settoriali, il pacchetto green contiene importanti misure volte ad accelerare la realizzazione dei progetti per la transizione ecologica ed energetica previsti dal PNRR e necessari al raggiungimento degli obiettivi del PNIEC.
Significativa è l’attribuzione della natura di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza a opere, impianti e infrastrutture necessari alla realizzazione dei progetti per la transizione energetica inclusi nel PNRR e al raggiungimento degli obiettivi PNIEC.
Ugualmente condivise le misure volte a potenziare e accelerare la procedura di VIA “fast track”.
Per favorirne la più ampia operatività, proponiamo di prevedere il ricorso alla fast track anche per i procedimenti di VIA pendenti, ferma restando la facoltà per il proponente di terminare la procedura secondo la disciplina ordinaria.
Inoltre, gli interventi funzionali al raggiungimento degli obiettivi PNIEC potrebbero essere rafforzati, prevedendo un meccanismo di burden sharing presidiato da un sistema di premialità per il raggiungimento dei sub-obiettivi regionali e dall’attivazione dei poteri sostitutivi in caso di inadempimento.
Molto apprezzata, in quanto ispirata a logiche di razionalizzazione e celerità, è anche la norma che assegna valore di autorizzazione paesaggistica al concerto del direttore generale del Ministero della cultura, laddove gli elaborati progettuali per la VIA siano sviluppati a un livello che consenta la compiuta redazione della relazione paesaggistica.
Quanto all’economia circolare, accogliamo con favore la semplificazione delle procedure autorizzative in tema di end of waste e di quella per la sostituzione del combustibile tradizionale fossile con il CSS-Combustibile che ha cessato di essere rifiuto, divenendo un prodotto.
Più incisive, a nostro avviso, potrebbero invece essere le semplificazioni per le procedure di gestione dei rifiuti.
Inoltre, in fase di conversione in legge del DL, andrebbero previste semplificazioni per le attività di ricerca e sperimentazione nell’ambito dell’economia circolare, nonché per l’impiego sperimentale dei materiali ottenuti nel corso di dette attività.
Positive anche le misure in tema di bonifiche.
Quanto alle procedure per le fonti rinnovabili, particolarmente apprezzato il metodo di intervento adottato dal DL, che fa leva sulla proporzionalità del regime amministrativo rispetto alla complessità dell’intervento. In ogni caso, per accompagnare la transizione energetica e facilitare gli operatori nello sviluppo degli investimenti, in tema di risorse green si segnala l’esigenza di una riforma organica delle procedure per gli impianti rinnovabili e di una semplificazione di quelle per la produzione di clean e low carbon fuels, tra cui, ad esempio, l’idrogeno, i biocarburanti e il biometano.
In materia di efficientamento energetico, riteniamo poi essenziali, auspicando ve ne siano di ulteriori, gli interventi sulla disciplina del Superbonus 110% e, in particolare, la semplificazione delle attestazioni di regolarità urbanistica ed edilizia dell’immobile oggetto dell’agevolazione.
Quanto al pacchetto infrastrutture e contratti pubblici, Confindustria condivide la previsione di una procedura semplificata per la realizzazione delle 10 opere strategiche indicate in Allegato al DL.
Tuttavia, se consideriamo le opere non incluse in Allegato, uno dei principali colli di bottiglia continua a essere la fase antecedente alle gare. Occorre, dunque, semplificare le procedure di programmazione, eliminando duplicazioni e passaggi superflui. Il riferimento è, tra gli altri, alle competenze del CIPESS (ex CIPE), da ricondurre alla funzione di programmazione e controllo, nonché a quelle del CSLLPP, da concentrare sui progetti di maggior valore (es., di importo superiore ai 200 milioni di euro), nonché da allineare, come nella procedura semplificata per le 10 opere strategiche, alle novità intervenute in materia di VIA e conferenza di servizi.
Fonte: Confindustria